(ST) Facilitare la riscossione dell’Iva nel campo delle vendite online ed evitare le conseguenze dei mancati introiti a carico dei paesi dell’Unione Europea. Questo l’obiettivo di una nuova direttiva europea approvata a larga maggioranza giovedì scorso dal Parlamento Europeo a Bruxelles e votata anche da Caterina Chinnici.
Il testo, che entrerà in vigore nel 2021, indica le misure che le piattaforme online di commercio elettronico dovranno attuare per garantire la riscossione dell’Iva sulle vendite effettuate nell’UE.
“Ogni anno in UE, nel solo settore del commercio elettronico, la frode sull’Iva provoca un mancato gettito fiscale pari a 5 miliardi di euro – sottolinea Caterina Chinnici nella spiegazione di voto depositata a sostegno del provvedimento – ed è quindi fondamentale contrastare questo fenomeno. La direttiva stabilisce regole dettagliate necessarie per il funzionamento delle norme Iva sul commercio elettronico specificando, fra l’altro, il tipo di informazioni da conservare in relazione alle vendite effettuate tramite interfaccia elettronica. Con l’applicazione di queste nuove disposizioni anche i mercati online faranno la loro parte nella lotta contro la frode fiscale”.
Un dato consolidato descrive nell’insieme l’ordine di grandezza: nel solo anno 2017 l’Iva complessivamente non pagata da tutti i settori economici nel terrotorio dell’Unione Europea è stata di circa 137 miliardi di euro.
La mini-plenaria della scorsa settimana ha dedicato spazio anche a due importanti questioni in materia di diritti e libertà. L’assemblea legislativa ha affrontato un ampio dibattito sui diritti dei minori in vista del 30° anniversario della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che ricorre domani (il trattato fu approvato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989). Caterina Chinnici, prendendo la parola in aula, ha invocato fra l’altro l’istituzione di un rappresentante speciale dell’UE per garantire che il superiore interesse del minore sia sempre considerato preminente in tutte le politiche dell’Unione stessa e degli stati membri.

Su libertà di stampa e diritto all’informazione si è sviluppato invece il dibattito che la plenaria ha svolto a seguito della “Giornata internazionale per mettere fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti”, indetta dall’ONU nel 2013 e celebrata il 2 novembre. “Come riconosciuto dalle autorità giudiziarie e di polizia – ricorda Caterina Chinnici – molte inchieste giornalistiche hanno aperto la strada a sviluppi investigativi e giudiziari importanti. I giornalisti devono essere adeguatamente protetti e il loro lavoro deve essere parte di quel cambiamento culturale necessario per affrontare la sfida che il crimine organizzato pone a livello europeo. Mezzi di informazione liberi, in grado di svolgere il loro compito, costituiscono un presidio di democrazia, un fattore essenziale di garanzia per lo stato di diritto e i valori fondamentali”.