“Trentaquattro anni dopo, ricordiamo con profonda commozione la morte del Beato giudice Rosario Livatino, assassinato barbaramente dalla mafia il 21 settembre 1990 per il suo impegno a favore della legalità. “Il giudice ragazzino” fu l’appellativo che definì per anni quel giovane magistrato, ispirato quotidianamente da una fede profondamente radicata, così come dal senso di giustizia, vivendo con coerenza il suo ruolo di servitore dello Stato. Livatino, senza mai conoscere il compromesso, ha incarnato appieno il coraggio, l’integrità e la fedeltà ai valori della giustizia, dimostrando non soltanto di essere un valente magistrato ma un simbolo di legalità a cui ispirarsi. Ci siamo trovati insieme in occasione di un convegno, entrambi giovani magistrati, appassionati al nostro lavoro. Ricordo perfettamente la profonda tristezza di fronte al suo assassinio, trucidato soltanto perché, nonostante fosse consapevole dei pericoli a cui si esponeva, proprio come mio padre, decise di portare fino in fondo il compito a lui assegnato. Che il suo sacrificio ci sproni ogni giorno a lottare con ancora più determinazione contro ogni forma di criminalità organizzata, divenendo un modello di riferimento a cui in particolare i giovani di oggi, così come quelli di domani, potranno sempre ispirarsi”.
Lo scrive su Facebook l’europarlamentare Caterina Chinnici.